La Biopsicosomatica

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Il mio approccio

La Biopsicosomatica

La Biopsicosomatica si basa in particolare sugli studi etologici di Laborit e si avvale delle più recenti scoperte nell’ambito delle neuroscienze, per far sì che nessun contributo utile alla comprensione del comportamento umano venga tralasciato.

In questo approccio l’attenzione si concentra sul momento presente. E’ vero che il nostro passato influenza ciò che siamo, ma perché abbiamo vissuto quella storia e non un’altra e perché abbiamo reagito a quella determinata esperienza con un particolare sintomo o comportamento? Non è un caso (so di sembrare banale ma il caso non esiste!), bensì  la nostra struttura genetica ha interagito con una realtà esterna dando origine a una risposta precisa.

Considero questa conclusione molto confortante perché ci permette, conoscendo l’incontro di queste forze, di comprendere come possiamo dare un esito diverso al nostro percorso.

Credo che per risolvere le problematiche che ci affliggono sia importante partire dalle domande. Porsi domande pertinenti è il primo passo verso la direzione giusta.

Questo metodo si focalizza su tre aree di indagine, ognuna delle quali si propone di dare risposte ad argomenti precisi:

  • Le memorie, la genetica, le nostre predisposizioni e capacità. Siamo tutti unici e diversi, non possiamo pensare che ci sia un modo di vivere la vita che vada bene per tutti.

Quest’area risponde alla domanda: quali sono i miei reali bisogni?

  • I condizionamenti esterni, i modelli acquisiti e le richieste affettive che abbiamo assorbito fin da piccoli che ci hanno portato a intraprendere una strada che non ci appartiene pur di essere amati. Sono i responsabili della formazione della nostra personalità o, come mi piace definirlo, del nostro personaggio. Ecco alcuni esempi di frasi che portano al condizionamento: ”dovresti controllarti, sei troppo esuberante!” “Ma guarda come sei bravo, farai il medico come tuo padre!” “Stai buono e composto così mamma non si arrabbia” “non fidarti mai degli altri, puoi contare solo su te stesso!”

La domanda in questo caso è: Perché non agisco per il mio benessere? Per ottenere cosa?

  •  I sintomi fisici e comportamentali che servono a scaricare i bisogni frustrati, secondo una comprensione basata su leggi biologiche precise.

In quest’area si cerca la risposta alla domanda: Perché il mio corpo si è ammalato? Perché proprio in un dato momento, in un organo preciso e con particolari sintomi? (ad es. perché sperimento  l’attacco di panico in determinate situazioni e  non in altre?)

Grazie all’analisi di questi tre aspetti è possibile comprendere il motivo per cui non agiamo per il nostro bene, modificare le nostre credenze e, di conseguenza, il nostro comportamento. Raggiungere questo obiettivo significa creare una realtà in equilibrio tra i nostri bisogni e ciò che realmente desideriamo.

La nostra vera natura si trova nascosta sotto una coltre di adattamenti disfunzionali, convinzioni, condizionamenti. La scoperta di sè consiste nel togliere ciò che non serve

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